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Storia

Jennissa Pellissier, presidente della “Into The World Onlus” spiega come nel 2014 è nato il desiderio di creare questa Associazione.

“Dopo aver viaggiato in svariati paesi del terzo mondo, volevo aiutare le persone a stare meglio, a trovare il loro equilibrio corporeo e poterle aiutare a vivere una vita senza dolori e altri limiti fisici.”

E allora quale miglior modo di farlo se non quello di aiutare le persone che vivono nei paesi più poveri di noi come il Nepal? Dove la gente non ha assolutamente nulla e dove il nostro tocco da la speranza a una famiglia di vivere meglio invece di soltanto “sopravvivere”. Ebbene ecco come l’idea di una Onlus é venuta a galla. “Grazie all’aiuto dei miei soci, nel 2014 siamo riusciti a fondare la “Into The World Onlus”, un’associazione che porta supporti finanziari per aiutare il sistema sanitario nepalese”.

Jenny, prima di fondare la “Into The World Onlus” é sempre stata un membro attivo nella “Volunteers Into The World Corporation”, dove prestava e continua a prestare trattamenti chiropratici ai più bisognosi del Nepal.

“Spendo 5 mesi all’anno in giro per il Nepal a regalare salute a chi purtroppo non è stato così fortunato a nascere dove sono nata io. Mi piace farlo, non mi costa nulla farlo e spero di continuarlo a farlo per sempre. Facendo questo, non solo aiuto loro, ma aiuto tanto anche me stessa in quanto ritorno sempre in Italia più carica di emozioni forti, con esperienze indimenticabili e con un bagaglio culturale sempre più grande. Le cose che si possono imparare in un paese del terzo mondo sono innumerevoli. I miei seminari sono il mondo, in quanto il mondo è il mio insegnante migliore, nessun seminario, master o corso potrà mai insegnarmi quello che ho imparato in questi mesi in Nepal. Torno sempre con più entusiasmo e conoscenza e per dirla tutta anche tanta malinconia. Il caso del mio piccolo Sabin è quello che mi ha toccato di più. Non solo per l’incredibile risultato che abbiamo ottenuto fisicamente con lui, ma soprattutto perché lui, con il suo piccolo corpicino ed enorme sorriso, è quello che mi ha dato più emozioni e quello che rendendomi più forte mi ha permesso di decidere il mio futuro e farmi capire cosa volevo veramente dalla vita. Ecco perche, nel 2014 abbiamo deciso con i miei soci di aprire la “INTO THE WORLD ONLUS”.

Ora vorrei spiegarvi il perché e la storia che ci ha fatto credere sempre di più in questo progetto.

Sabin è un piccolo grande uomo che mi ha insegnato a credere nei miei sogni e che mi ha fatto capire che il sorridere alla vita è veramente la virtù più positiva della nostra esistenza, sia a livello fisico sia a livello mentale. Sabin, 6 anni era praticamente paralizzato dal collo in giù. Non si è mai capito bene che cosa gli fosse successo alla nascita o nell’utero. Il padre (28 anni) e la madre (24 anni) sin dalla nascita di questo piccolo angelo hanno sempre speso tutto il loro denaro (ben poco!) per aiutare il giovane Sabin. Il padre mi ha spiegato tramite i nostri traduttori che gli era stato trovato nella zona lombare del midollo spinale delle bolle d’ acqua, ma tutto ciò non spiegava il perché Sabin non fosse capace di muovere anche gli arti superiori. Il padre mi chiese se potevo aiutare suo figlio e mi disse che abitavano a 2 ore di camminata da dove era il nostro campo: nel caso avessi potuto aiutarlo me lo avrebbe portato il giorno dopo. Non sapendo bene la condizione di Sabin gli dissi che valeva la pena vederlo e valutare la condizione del figlio e che solo così avrei potuto sapere se era possibile aiutarlo.

Il giorno dopo il padre arrivò con questo fanciullino nelle braccia e me lo dette in mano. Ovviamente il bimbo era un peso morto, l’unica cosa che si muoveva erano la testa e gli occhi. Questi occhi erano privi di luce e con tantissimi punti interrogativi che rispecchiavano il suo essere stufo di essere imprigionato in quel corpicino che non reagiva ai suoi movimenti immaginari. Appena lo presi in mano mi resi conto che questo bambino era un bimbo speciale, mi fece un sorriso, lo abbracciai e cominciai a parlargli in inglese e, come se lui mi capisse, mi rispondeva con i suoi occhi… non potendo ancora parlare. Una volta entrata nella sua zone di confidenza cominciai a trattarlo.

Il primo trattamento durò quasi 45 minuti. Ogni volta che aggiustavo una zona o lavoravo i muscoli con l’aiuto del papà e dei traduttori gli chiedevamo di fare dei movimenti con le mani, le braccia e le gambe. Ad un certo punto, una volta aggiustato la cervicale, Sabin cominciò a muovere sia il braccio sinistro che la gamba sinistra. Avreste dovuto vedere i suoi occhi e il suo sorriso!! Gli occhi diventarono lucidi e pieni di vita e il suo sorriso era talmente spontaneo che è indescrivibile lo splendore che emanava il suo visino. Nel solo scrivere queste emozioni io stessa a distanza di 6 mesi piango ancora di gioia. Cosi continuammo a trattarlo per 2 mesi e mezzo, ogni volta che tornavo in quel campo mi prendevo personalmente cura di Sabin cosicché ricevette 10 trattamenti in 2 mesi e per i 10 giorni finali me lo portai dietro con il padre in giro per il Nepal negli altri villaggi dove trattavamo cosicché potevo aggiustarlo tutti i giorni e potevo insegnare a lui e al padre degli esercizi da continuare a fare quando sarei partita. Alla fine di quei 2 mesi e mezzo Sabin gattonava benissimo, muoveva benissimo tutti gli arti e si sosteneva tranquillamente in piedi (se aiutato per l’equilibrio). Cominciammo a farlo camminare con l’aiuto di sostegni e Sabin comincio a pronunciare delle frasi compiute. Prima di partire, con l’aiuto dei membri della “Volunteers Into The World Corporation” donammo dei soldi al padre di Sabin per permettergli di fare la riabilitazione per i sei mesi successivi e il cibo (specialmente frutta, verdura e cibi nutritivi) per altrettanti mesi. Perche sei mesi? Perche dopo sei mesi io sarei ritornata in Nepal, e mi sarei presa personalmente cura di Sabin per altri 3 mesi.

Sabin è uno dei tanti casi che abbiamo avuto in Nepal e come avrete capito quello che mi ha colpito di più. Adoro Sabin e so per certo che diventerà un ottimo chiropratico in futuro. Ma come detto prima Sabin è solo uno di tanti e come lui abbiamo trattato tantissimi altri bimbi rimasti invalidi da febbre gialla, meningite e altri problemi, ottenendo altrettanto ottimi risultati. Ovviamente, non trattando solo bambini, tantissimi sorrisi e lacrime di gioia sono state versate anche da adulti e anziani che, anch’essi doloranti o invalidi, hanno ricominciato a vivere una vita molto più sostenibile.

Dopo queste esperienze, sono tornata in Italia con una voglia matta di aiutare tutta questa gente ed è proprio per questo e soprattutto grazie al sostegno dei miei favolosi soci, che solo tramite le mie parole si sono presi a cuore queste persone, siamo riusciti a fondare la “Into The World Onlus”

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